Skip to content Skip to footer

Salvatore Sperandeo: il carradore che costruiva carretti da solo

La realizzazione di un carretto siciliano è, tradizionalmente, un lavoro di squadra. Più artigiani si susseguono nella creazione, ciascuno con la propria specialità: c’è lo scultore che lavora il legno, il carradore che assembla le parti, il pittore che dipinge le scene, il decoratore che arricchisce la superficie con motivi geometrici e infine il figurinista che dà vita ai dettagli. È un processo complesso, dove ogni fase richiede anni di esperienza e precisione.

Eppure, nella storia dei carretti siciliani, ci sono figure rare, artisti a tutto tondo, capaci di unire tutte queste competenze in una sola persona. Salvatore Sperandeo è stato uno di questi. Con mano esperta e occhi attenti, era in grado di seguire un carretto dall’inizio alla fine, fondendo in sé le diverse arti necessarie. Dal primo taglio del legno fino all’ultimo tratto di colore sulle fiancate, ogni fase portava la sua firma e la sua passione.

Per Salvatore, non c’era divisione netta tra scultore, carradore e pittore. Ogni gesto era parte di un flusso creativo unico. Prima modellava e assemblava le parti del carretto, curando la struttura con precisione. Poi, con pazienza e attenzione, decorava la superficie con motivi geometrici, preparando il terreno per le scene figurative. Infine, con la tecnica della doratura e mani di colore successive, dipingeva le fiancate con storie, cavalieri e combattimenti, creando opere vive e piene di personalità.

In un’epoca in cui il lavoro artigianale era spesso frammentato, Sperandeo incarnava la figura del maestro completo, capace di custodire e tramandare la tradizione del carretto siciliano in ogni sua sfumatura. I suoi carretti non erano solo mezzi di trasporto, ma veri capolavori, testimoni di una passione totale per l’arte e la cultura della Sicilia.